La polmonite è un’infezione acuta del parenchima polmonare che si associa a sintomi di infezione e alla presenza di un infiltrato alla radiografia del torace o ad un quadro auscultatorio compatibile. Si definisce di origine extra-ospedaliera o comunitaria (CAP) una polmonite che si manifesta in un paziente non ospedalizzato o ricoverato da meno di 48-72 ore o residente in una casa di riposo (o similari) da più di 14 giorni dall’insorgenza dei sintomi.

La CAP rappresenta una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo. L’incidenza media, valutata intorno a 5-11 casi/1.000 abitanti/anno, aumenta con l’età raggiungendo i 38 casi/1.000 abitanti/anno tra i 75 e gli 84 anni e i 79/1.000.

La diagnosi si basa su 3 elementi fondamentali:

  • sospetto anamnestico (CAP come ipotesi più probabile) 
  • riscontro all’imaging (Rx o TC) di un nuovo infiltrato o di un infiltrato in evoluzione 
  • almeno due dei criteri clinici-laboratoristici (non radiologici) [VEDI TAB1]

 

[TAB1]

Le linee guida per il trattamento della polmonite acquisita in comunità raccomandano due tipi di terapia su base empirica:

  • Beta-lattamici più macrolidi/ciprofloxacina
  • Monoterapia con moxifloxacina o levofloxacina

Uno studio pubblicato da pochi mesi sul New England Journal of Medicine ne confronta l’efficacia e la sicurezza.

LO STUDIO

Sono stati inclusi 3325  pazienti, con età maggiore di 18 anni utilizzando 3 strategie terapeutiche con relativa randomizzazione:

A)* beta-lattamici monoterapia
B)** beta-lattamici + macrolidi 
C)***fluorochinoloni monoterapia

La terapia è stata somministrata per 4 mesi consecutivi.

 

*Strategie terapeutiche nello specifico*

 

RISULTATI

Secondo lo studio di Postma DF et al. pubblicato sul N eng J Med. 2015 la terapia a base di beta-lattamici non  avrebbe efficacia inferiore alla terapia combinata beta-lattamici + macrolidi o fluorochinoloni in monoterapia. Non solo, ma scegliendo come endpoint la mortalità per ogni causa a 90 giorni, non sono state riscontrate differenze tra le varie terapie presentate. E’ stata poi posta particolare attenzione alla strategia terapeutica A*, che ha dimostrato di non aumentare l’eventuale ricovero ospedaliero né il tasso di complicanze in un campione di 2283 pazienti. Lo studio è stato quindi sottoposto ad analisi di intenzione al trattamento (intention to treat), per cui i pazienti sono stati valutati in base al gruppo a cui erano stati originariamente assegnati, indipendentemente dal completamento o meno del trattamento previsto (ciò che si confronta è l’intenzione di trattare). 

Semplificando: un trattamento potrebbe essere molto efficace, ma produrre anche un elevato numero di abbandoni a causa degli effetti collaterali, abbandoni che non verrebbero considerati se si analizzassero solo i pazienti che sono giunti fino alla fine dello studio invece che la totalità dei pazienti. L’analisi “intention to treat” permette di rilevare e quantificare questo aspetto (abbandono per complicanze? decesso? altro?).

Secondo questa procedura statistica il rischio di decesso si è dimostrato più elevato di 1.9 punti percentuali con la strategia terapeutica B** rispetto al solo utilizzo di beta-lattamici e più basso di 0.6 punti percentuali con strategia terapeutica C***  rispetto ai beta-lattamici in monoterapia.

CONCLUSIONE

Questi risultati suggeriscono come la storica aggiunta di macrolidi alla terapia della polmonite acquisita in comunità dovrebbe essere riconsiderata.

AUTORE
Daniele Angioni

EDITING 
Daniele Angioni

BIBLIOGRAFIA

FONTE IMMAGINE DI COPERTINA