Dopo l’approvazione della legge Balduzzi in rete circola di tutto e di più, si paventano licenziamenti massivi dei medici della Continuità Assistenziale o il loro passaggio alle dipendenze dei medici di famiglia: è tutto falso!
Di seguito la lettera del vice segretario della Fimmg Silvestro Scotti ai colleghi di continuità assistenziale.
Cara/o collega,
come avrai sicuramente appreso lo scorso novembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto Decreto Balduzzi. Tale Decreto introduce diverse novità e prospettive per la categoria e per tale ragione sento la responsabilità di scrivere questa lettera alla luce anche della diffusione di notizie false da parte di sindacati minori che, allo scopo di fare facile cassetta sindacale, stanno letteralmente spaventando numerosi colleghi.
In premessa ci tengo a sottolineare che l’approvazione del Decreto è stata fortemente voluta dalla FIMMG e dal nostro Settore in quanto rappresenta il punto di partenza per la realizzazione del progetto di rinnovamento della medicina generale avviato dal nostro sindacato dal 2007 e che vede nel processo di integrazione professionale uno degli obiettivi fondamentali.
Tale Decreto non è attuativo fino al rinnovo della convenzione. Sino ad allora tutto rimane così com’è!
Diventa però necessario a questo punto incominciare a rispondere ad alcune domande fondamentali che la categoria pone alla vigilia di questo importante processo di rinnovamento e che ne sono certo determinerà un importante rivalutazione del ruolo professionale dei medici della Continuità Assistenziale!
Da più parti, come detto precedentemente, arrivano segnali di allarme pretestuosi o di bassa speculatività in assenza di proposte di cambiamento che in questo momento diventano necessarie visto il contesto economico/politico/sociale del Paese. Qualcuno paventa la possibilità che i medici di continuità assistenziale possano diventare subalterni ai medici di famiglia o perfino perdere il posto di lavoro!
NO!!! Lo dico chiaramente!!! Niente di tutto ciò!!!
Il progetto del ruolo unico della FIMMG, al contrario, è lo strumento che da un lato consentirà ai medici della continuità assistenziale di completare quel processo di “allontanamento” dal sistema urgenza emergenza, dall’altro permetterà di integrarli in nuove funzioni professionali più vicine a quelle della medicina di famiglia e quindi più consone ad un concetto unico di medicina generale. E’ arrivato il momento, infatti, di avviare un forte processo di rivalutazione delle funzioni dei medici della continuità assistenziale, non potendo più essere sostenibile per la categoria la “ghettizzazione” esistente nell’attuale sistema. Quanto ancora noi o il sistema sanitario regionale o nazionale potranno tollerare un ruolo professionale secondario nel sistema assistenziale? Quanto tempo potremo tollerare di lavorare in condizioni – e mi riferisco alle sedi – fortemente umilianti per qualsiasi cittadino e ancor più per un professionista della sanità?
Quanto potremo tollerare di “essere percepiti” da chi governa e programma la sanità come qualcosa di residuale e non necessario?
Quanto tempo il sistema, in forte crisi economica, tollererà una “spesa” percepita come NON necessaria? Sono questi gli interrogativi a cui la categoria deve dare responsabilmente rispondere sia in termini di dignità che di “progetto”!!! Queste le domande a cui il Ruolo Unico tenta di dare risposte!
La riorganizzazione dell’assistenza territoriale e quindi della medicina generale, con la definizione di nuovi compiti ma soprattutto di un nuovo ruolo che diventa unico negli obiettivi, per i medici a cosiddetta “quota oraria” (ex continuità assistenziale) diventa, pertanto, non solo necessaria ma strumento di forte rivincita professionale.
La parificazione economica attraverso il percorso di carriera – ingresso a 38 ore nell’area e completamento per chi è nel sistema ma non ha incarico a quota capitaria;
la definizione di nuovi obiettivi assistenziale – audit, prevenzione, diagnostica di I livello, attività domiciliare –, in totale integrazioni con gli altri attori – medici a quota capitaria -, eliminando una volta per tutte la cosiddetta concorrenza sulle scelte anche attraverso la condivisione di obiettivi assistenziali;
l’autonoma organizzazione all’interno dei nuovi modelli organizzativi.
Questi sono solo alcuni degli obiettivi sindacali di categoria che ci siamo posti con il nostro modello di rifondazione della medicina generale e che, con il vostro sostegno, riusciremo a raggiungere sicuramente mantenendo dignità professionale di un’area per troppo tempo sottovalutata nelle potenzialità che potrebbe esprimere.
Approfitto per porgere a tutti i miei miglior auguri per delle festività serene, ma soprattutto per un nuovo anno che rappresenti nel cambiamento la crescita per tutti noi.
Auguri
Il Segretario Nazionale FIMMG CA
Silvestro Scotti